Busto è quella gara che sai già a priori di dover fare sotto la pioggia, così per non smentire la tradizione la sveglia è implacabilmente accompagnata dal battere della pioggia sulle finestre.
Non mi sento una rosa e ho come l'impressione che difficilmente riuscirò a correre forte come vorrei però mai dire mai, fino a che non parti non sai mai bene cosa aspettarti.
Mi vesto, mi colaziono e mi muovo verso Busto ma vista l'acqua che picchia sul vetro della macchina comincio a pensare che più che una corsa saranno 21km di doccia!
Non nascondo di avere poca voglia di correre ma tanto già so che come mi metto in griglia la voglia arriverà tutto di un botto e stracarica di adrenalina.
L'attesa passa veloce tra chiacchiere con i tantissimi amici presenti e l'infinita coda per il bagno, mitigata solo dall'incontro del grandissimo Zio
Ame Bonfanti. La lunghissima attesa per espletare i miei bisogni mi obbliga in una posizione in griglia decisamente poco vantaggiosa ma tanto non penso di poter ambire a un gran risultato quindi cerco di non preoccuparmene troppo.
Tra la calca, l'odore di sudore misto pioggia, gli spintoni, i cardio che cominciano a trillare impazziti attendo lo sparo e quasi alla sprovvista eccolo...Bam si parte!
La calca è impressionante, passo i primi 3km a scansare gente da ogni dove, tapascioni che vogliono partire in pole position nonostante si debbano forzatamente obbligare a un passo superiore ai 6' al mille!
Slalom e gimcana tra i tapascioni e tra le pozzanghere completata, inizio a capire che le gambe sono stranamente brillanti, il fiato regge e il ritmo è decisamente superiore alle aspettative...che dire, forse non è così male come pensavo!
Dopo aver superato alcune facce conosciute, inizio a scorgere in lontananza una canotta amica, non ne sono sicuro ma...si si è proprio Ame, abbasso la testa e cerco di spingere per agganciarmi ma, limare anche solo quei due secondi che ci dividono è impresa assai più ardua del previsto.
Riesco nell'aggancio che siamo ormai al decimo chilometro e la pista d'atletica fa capolinea nel nostro orizzonte, il fiato comincia a essere tirato ma l'essere riuscito a raggiungere uno dei miei miti sportivi mi fa riempire di nuove energie (ovvio, si fa per dire, ero sempre impiccato!).
Non mi perdo troppo via al ristoro ma un goccio d'acqua è obbligatorio. Completato il giro siamo pronti a ributtarci sull'asfalto, nel suggestivo passaggio d'incrocio con chi invece sta entrando nell'impianto sportivo. Energizzante sentire voci conosciute che ti incitano!
Da qui in avanti inizia un momento di difficoltà, sento il peso della fatica sulle gambe e sul fiato e infilo tre chilometri filato sopra i 4' al mille, poca roba, ma giusto per perdere un po' il passo con il gruppetto con il quale avevo fino qui corso. E' il raggiungere del 14° che mi fa pensare diverse volte di mollare, ancora un 4'02'' e sempre più fatica, il cuore si faceva sentire a mo' di frullatore e la testa ha più volte dato segno di voler farsi un giro altrove. Quando ormai ero quasi rassegnato ad alzare il piede, la testa ha ripreso il suo posto, due chilometri di adattamento e arrivato al 17° anche il crono a darmi nuovamente buone notizie.
Gli ultimi tre chilometri, nonostante la fatica, sono stati tra i più veloci di tutta la gara, in costante crescita, fino a chiudere l'ultimo mille a 3'50'', con un fortissimamente voluto personale sulla distanza.
Inevitabile l'enorme soddisfazione nell'aver abbassato di quasi 4 minuti il mio precedente personale e, come naturale che sia, anche i grazie si sprecherebbero!
Ora mi lecco le ferite (i miei piedi non hanno apprezzato la scelta di correre con scarpe nuove) e comincio a guardare ancora un pochino più in su, Stramilano e il 2013 mi fanno già sperare in una nuova sfida e in nuovo obiettivo...spero di arrivarci con la giusta condizione e con la giusta carica...poi ad aprile sarà di nuovo maratona!
Per le foto -
www.andocorri.blogspot.it (Antonio Capasso)
www.podisti.net (Arturo Barbieri)