martedì 9 dicembre 2014

Ironman Nice 2014 - L'inizio

Un po' di amarcord nel rileggere e nel rivivere nero su bianco quanto ho vissuto quest'estate a Nizza. Il mio primo Ironman, il primo viaggio alla scoperta di cosa significhi fare triathlon, di cosa voglia dire allenarsi con un briciolo di programmazione e con un obiettivo ben chiaro.



Sono più di 10 ore e 30 che gareggio, le gambe cominciano a cedere e la testa ormai vaga alla disperata ricerca di un diversivo, inizio ad avere un caldo pazzesco ma una strana sensazione di gioia, quasi euforia, mi pervade i muscoli, la testa, le ossa...quando alzo lo sguardo per l’ultima volta vedo il cartello “finish line”, gli occhi si gonfiano e il cuore improvvisamente sale come avessi appena attaccato una salita, ho talmente voglia di piangere che nemmeno riesco a far scendere una lacrima, sono in estasi, mi viene da ridere, da piangere, da urlare, da correre come il vento...vedo una mano che si allunga dalla balaustra e senza nemmeno avere il tempo di rendermene conto sono lì che batto il 5 a tutta la fila di mani.
Mancano 10 metri, alzo le braccia, spengo il cervello, guardo il tempo sopra la mia testa, mi abbandono alla più forte scarica di adrenalina di tutta la mia vita e mi godo quello che fino a qualche mese prima pensavo impossibile!

Era il 2 Agosto del 2013 quando mi sono iscritto all’Ironman di Nizza, la voglia di coronare un piccolo sogno e la soddisfazione di poterlo finire al massimo delle mie forze. Non posso negare che durante la preparazione ho ceduto spesso e volentieri alla tentazione di mollare il colpo, più per avere rischiato ripetutamente l’esaurimento nervoso che per grossi problemi fisici ma, alla fine, quello che conta è che a 3 giorni dalla mia gara avevo le chiappe sulla macchina che mi stava portando diretto in Costa Azzurra.
Come sempre partenza alla Ciotti, macchina carica nell’ordine da 2 biciclette, 4 borsoni, 2 borse del
mangiare, 2 zaini e 4 persone...ho provato a caricare sul tetto anche il gatto con la lettiera, la lavatrice e il divanetto in rattan ma temendo che poi il gatto avesse fatto tutto il viaggio a spisciazzarmi sul divanetto ho preferito desistere.
Compagno di viaggio per l’avventura il Biscotto che, temerario, è stato l’unico a decidere di seguirmi nella folle impresa di portare a termine il nostro primo (e forse ultimo) Ironman. Partenza serale in compagnia delle nostre dolci metà che, oltre ad averci sopportato per tutti i 6 mesi di preparazione dedicata, non hanno potuto e voluto mancare l’occasione per venire a vederci correre sulla Promenade des Anglais al fine di gridarci dietro qualche dolce e amorevole insulto.



ZONA CAMBIO
La scelta della sveglia all’alba è stata sicuramente ottimale, 3e30 al tavolo a fare colazione per poter uscire il prima possibile e con tutta calma andare a Nizza per poter ultimare le nostre faccende in ZC.
Bene...l’arrivo a Nizza è stato a dir poco traumatico, entriamo in zona cambio 7minuti prima della chiusura della stessa ma alla fine cosa avevamo da fare!? Nulla di che, giusto controllare la bici, gonfiare le gomme, attaccare il necessario, agganciare le scarpe, fare i nostri bisogni, infilare la muta, invasellinarsi con calma e ricontrollare tutto quanto per scrupolo...ma noi siamo triathleti cazzo...scroccata la pompa al vicino di bici gonfio le ruote a velocità supersonica e per togliermi un po’ del nervoso del ritardo spezzo la valvola della camera d’aria (bestemmia), butto le barrette e i gel nella sacca perchè attaccati alla bici fanno schifo, rovinano l’immagine, sento la marmotta che comincia ad uscire dal letargo e sono pronto a farla risvegliare dal torpore invernale ma...ma...ma 20 persone in fila al bagno chimico mi sbattono in faccia la realtà e così scelgo la linea dura in tutti i sensi, 2 imodium cacciati sotto la lingua che risbattono a nanna il marmottone (bestemmia) e mentre sto per infilarmi la muta sento lo speaker “2 minutes more before closing of T zone” ergo...hai zero minuti per infilarti la muta!
Come il miglior Arturo Brachetti inizio a fare mosse acrobatiche che nel giro di 10 secondi mi trasformano in un bell’insaccato.
Ormai ci siamo! 

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