venerdì 28 novembre 2014

Una lettura illuminante

Da qualche giorno ho cominciato la lettura di un libro che mi ha incuriosito soprattutto per l'argomento e per il personaggio di cui tratta. Quando nel 1999 aveva dominato il suo primo Tour de France era stato una specie di "illuminazione" per tutto il mondo del ciclismo e non solo. Guarisce dal cancro e conquista dopo poco meno di due anni la più grande corsa a tappe del globo.
Lance Armstrong. Si diceva avesse ridato lustro ad uno sport sconvolto dagli scandali doping degli anni precedenti (Festina su tutti) e per anni ha calcato le scene del ciclismo internazionale, dimostrando una determinazione degna dei migliori eroi.
Non si può dire però che tutto sembrasse limpido come l'acqua. Io ero pischello e di certo poco avvezzo al "divorare" le gare di ciclismo in tv ma, da nazionalista ero ben a conoscenza delle doti di Pantani e sopratutto bene felice e consapevole di quanto avesse fatto di grande nel 1998 conquistando Giro e Tour. Ecco, quando nel 2000, nella tappa del Mont Ventoux, l'ho visto scattare sui pedali e distanziare il gruppetto dietro di se avevo pensato, "eccolo ancora, che gambe, che grinta, non c'è paragone!"...l'ho pensato per qualche decina di secondi, giusto il tempo di vedere (incredulo) Armstrong alzarsi sui pedali, mangiare letteralmente la strada tra lui e Pantani e cercare di allungare, fino all'arrivo, dove con un gesto (poco) cavalleresco gli ha lasciato vincere la tappa!
Cazzo, sei un grande, un gesto atletico a dir poco impressionante, ma sarà tutta farina del tuo sacco!?
Col senno di poi facile pensarlo ma sul momento rimani esterrefatto, a bocca aperta, ti godi una scena mitica, uno spettacolo unico che sembra farti volare con la fantasia, ti fa venire voglia di salire in sella e pedalare a perdifiato.


Oggi leggo e con non poco rammarico ripercorro quanto già conosciuto e ampiamente letto sui giornali. Una lettura che coinvolge e che apre la mente, soprattutto a uno come me che oggi pratica lo sport a livello amatoriale, che lo fa per divertirsi e per mettersi sempre alla prova, di testa e di fisico.
Apre la mente e apre gli occhi perchè lo sport non sempre è solo fatica e sudore!

Non trovo concepibile di arrivare a un limite così estremo anche se paradossalmente lo trovo non così lontano dalla realtà per questi professionisti "alieni" ma mi fa sorgere tante domande su quelle piccole vicende che coinvolgono atleti amatori e agonisti come me che spesso, forse troppo, si credono invincibili usando chissà quali sostanze...tutto per vincere...no forse alle volte anche solo per classificarsi bene...no forse alle volte anche solo per migliorarsi di molto....no forse alle volte anche solo perchè...perchè?!chissà perchè cazzo lo fanno!




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