mercoledì 13 ottobre 2010

Run baby run

Ecco che ieri sera, nonostante l'ora tarda e i bagordi dell'aperitivo, sono riuscito a piazzare una bella corsetta, medio-lento, un'ora e venti minuti nella tarda serata di Varese, mischiato al freddo, alle macchine e ai pensieri.
Ammetto che la mia insistenza sulla corsa è molto dovuta al poco tempo a disposizione, però ammetto allo stesso modo che ogni volta che mi trovo solo, ascoltando il rumore dei passi e il ben più assordante rumore dei miei pensieri, sono assorto e coinvolto dal piacere di consumare le suole delle mie scarpe sull'asfalto o su qualsiasi altra superficie decida di accogliermi fra le sue braccia; ogni km passato è un altro km desiderato e non c'è fatica o fiatone che tenga, la strada scivola sotto i piedi e la mente piano piano si coccola del suono del battere delle suole e si culla dolcemente verso il nulla.
Mi svuoto completamente, riesco a resettare la mente e il fisico, finisco di correre e nonostante la stanchezza mi sento un leone ed ecco che l'uscita fatta quasi per forza diventa un sollievo, un desiderio da alimentare ogni giorno di più. E allora mi dico corri, corri e non pensare a nulla, corri e consumati, corri e rigenerati, corri e basta, e così corro, corro e corro!

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